€ 15.00
Autore: Costanzo Gatta
Genere: Saggistica
Formato: 14×21 cm
Edizione: febbraio 2021
Pagine: 144
Collana: Saggi e carteggi dannunziani
ISBN: 978-88-94890-66-0
Costanzo Gatta non è soltanto giornalista, scrittore, regista e autore di testi teatrali, ma anche uno dei più profondi biografi dannunziani, e lo ha dimostrato non soltanto nei tre libri editi in questa collana: D’Annunzio pittore, D’Annunzio uscocco e D’Annunzio umorista, ma principalmente negli innumerevoli elzeviri che ultimamente ha pubblicato sul «Corriere della Sera – Edizione di Brescia». Del resto è stata la profonda conoscenza del Poeta che l’ha portato a scrivere questo nuovo libro che vede la luce esattamente nel centenario dell’ingresso di d’Annunzio a Villa Cargnacco, la sua famosa dimora che nel 1923 diverrà Il Vittoriale.
Gatta, infatti, ora si occupa del periodo trascorso da d’Annunzio dalla partenza da Fiume all’ingresso in Villa Cargnacco, ossia dal 18 gennaio al 17 febbraio 1921. Si tratta, quindi, di una biografia dannunziana parziale che ripercorre quel delicato momento, come racconta Tom Antongini, in cui il Poeta inconsapevolmente varcò quella soglia «come smemorato e trasognato, col suo passo timido e quasi incerto», quasi consapevole di far ingresso in quello che sarebbe stato il suo mausoleo.
È questo, quindi, un altro tassello che Gatta aggiunge alla biografia dannunziana commemorando, tra l’altro, anche l’importante anniversario.
Franco Di Tizio
Costanzo Gatta è figlio di Alfredo, che fu giornalista, critico musicale e teatrale del «Giornale di Brescia». Egli ha seguito le orme paterne e, ancora oggi, dedica in maniera assidua le sue energie al giornalismo. Nel 1972, inviato a Monaco dal quotidiano «La Notte» per seguire le Olimpiadi, fu uno dei primi due giornalisti italiani ad annunciare il blitz dei fedayn contro gli atleti israeliani. Per molti anni, infatti, Gatta è stato cronista del famoso quotidiano milanese «La Notte», diretto dal 1952 al 1979 da Nino Nutrizio. Costanzo, però, non è soltanto giornalista, ma anche scrittore; ha iniziato a occuparsi della storia di Brescia nel 2001, attingendo ad aneddoti locali. Oltre all’attività di giornalista e di scrittore dobbiamo aggiungere che è anche un affermato regista; è autore, infatti, di numerosi testi teatrali. Ha composto musiche di scena per spettacoli della Loggetta, per la Biennale di Venezia e per lo Stabile di Sardegna; ha scritto soggetti televisivi ed azioni sceniche per la danza. Nel mese di novembre 2015 ha allestito lo spettacolo Oh, che bella guerra!, di cui ha scritto il testo e curato la regia, conseguendo un mirabile successo di pubblico e di critica. Nel 2018, già firma apprezzata per ulteriori libri consacrati al lessico bresciano, come, a esempio Chi che l’ha dit, edito dalla Compagnia della Stampa, ha dato alle stampe Fomne ovvero “Donne”, nella traduzione dal dialetto bresciano, che riguarda la visione della donna tuttora perdurante, retaggio culturale risalente a immemori generazioni. Nella recensione di questo libro Luca Quaresmini così si è espresso: «Gatta ha la passione dello scrivere che gli permette, nel rispetto dello svolgersi degli avvenimenti, di esprimere se stesso attraverso uno stile personale da cui ne emerge un corrispondente scibile interiore».
Oltre a tanti scritti e interessi Gatta è anche uno dei più attenti biografi dannunziani e lo ha dimostrato non soltanto nei volumi I piaceri di Gabriele d’Annunzio e D’Annunzio pittore ma principalmente negli innumerevoli elzeviri che ultimamente ha pubblicato sul «Corriere della Sera – Edizione di Brescia».