€ 18.00
Autore: Costanzo Gatta
Genere: Saggistica
Formato: 14×21 cm
Edizione: 2021
Pagine: 304
Collana: Saggi e carteggi dannunziani
ISBN: 978-88-94890-929
Ha vita difficile uno che voglia scrivere qualche cosa di nuovo su Gabriele d’Annunzio, il poeta-vate non è stato mai riposto nel sottoscala e anche oggi gode di una popolarità che sembra inscalfibile. Qualcuno ci riesce ancora, si tratta di studiosi che hanno la capacità di assottigliarsi fino a riuscire a incastonarsi nelle guide inesplorate fra le grandi piastrelle degli studi di ampio respiro e degli approfondimenti specialistici che vengono dedicati alla vita e all’opera dei grandi personaggi. Vorrei quindi segnalarvi, quale esempio eccellente di questa dedizione agli studi di D’Annunzio, Costanzo Gatta, giornalista di stampo antico, inviato del quotidiano La Notte di Nino Nutrizio (è storico il suo fulmineo reportage sul blitz dei fedayn contro gli atleti israeliani alle Olimpiadi del 1972, arrivò prima di tutti), regista teatrale e compositore, o firma del Corriere della Sera nell’edizione di Brescia, che è la sua città, nonché esperto del dialetto lombardo. Sul Corriere da anni Gatta sgocciola elzeviri sulla figura del poeta, sul quale ha scritto sei libri. Il più recente di questi appartiene a una serie di quattro pubblicati negli ultimi anni da Ianieri, casa editrice abruzzese nata vent’anni fa proprio con la collana di studi e carteggi dannunziani.
Vittorio Feltri
Costanzo Gatta è figlio di Alfredo, che fu giornalista, critico musicale e teatrale del «Giornale di Brescia». Egli ha seguito le orme paterne e, ancora oggi, dedica in maniera assidua le sue energie al giornalismo. Nel 1972, inviato a Monaco dal quotidiano «La Notte» per seguire le Olimpiadi, fu uno dei primi due giornalisti italiani ad annunciare il blitz dei fedayn contro gli atleti israeliani. Per molti anni, infatti, Gatta è stato cronista del famoso quotidiano milanese «La Notte», diretto dal 1952 al 1979 da Nino Nutrizio. Costanzo, però, non è soltanto giornalista, ma anche scrittore; ha iniziato a occuparsi della storia di Brescia nel 2001, attingendo ad aneddoti locali. Oltre all’attività di giornalista e di scrittore dobbiamo aggiungere che è anche un affermato regista; è autore, infatti, di numerosi testi teatrali. Ha composto musiche di scena per spettacoli della Loggetta, per la Biennale di Venezia e per lo Stabile di Sardegna; ha scritto soggetti televisivi ed azioni sceniche per la danza. Nel mese di novembre 2015 ha allestito lo spettacolo Oh, che bella guerra!, di cui ha scritto il testo e curato la regia, conseguendo un mirabile successo di pubblico e di critica. Nel 2018, già firma apprezzata per ulteriori libri consacrati al lessico bresciano, come, a esempio Chi che l’ha dit, edito dalla Compagnia della Stampa, ha dato alle stampe Fomne ovvero “Donne”, nella traduzione dal dialetto bresciano, che riguarda la visione della donna tuttora perdurante, retaggio culturale risalente a immemori generazioni. Nella recensione di questo libro Luca Quaresmini così si è espresso: «Gatta ha la passione dello scrivere che gli permette, nel rispetto dello svolgersi degli avvenimenti, di esprimere se stesso attraverso uno stile personale da cui ne emerge un corrispondente scibile interiore».
Oltre a tanti scritti e interessi Gatta è anche uno dei più attenti biografi dannunziani e lo ha dimostrato non soltanto nei volumi I piaceri di Gabriele d’Annunzio e D’Annunzio pittore ma principalmente negli innumerevoli elzeviri che ultimamente ha pubblicato sul «Corriere della Sera – Edizione di Brescia».