€ 16.50
Autore: Primo Levi
Riscrittura in chiave moderna a cura di Maria Vittoria D’Emidio
Prefazione di Giulia Alberico
Introduzioni, nota e commenti di Niccolò Amelii
In Appendice Pier Paolo Pasolini
Collana: Comete. Scie d’Abruzzo – Viaggiatori in Abruzzo, n. 7
Direttore della collana: Peppe Millanta
Ufficio stampa: Alessandra Renzetti
Itinerari: Serena D’Orazio
Genere: Saggio con itinerari
Formato: 12×18 cm
Edizione: Dicembre 2024
Pagine: 332
ISBN: 979-12-5488-146-0
Il volume include la versione originale del reportage di Primo Levi e una rielaborazione moderna, pensata per rendere il testo accessibile al pubblico contemporaneo. L’adattamento aggiorna il linguaggio e i riferimenti, preservando l’autenticità e l’integrità dell’opera, creando un equilibrio tra memoria storica e fruibilità attuale.
“Abruzzo forte e gentile”.
Quante volte vi siete imbattuti in questa espressione?
Una miriade, e in particolar modo nei momenti più difficili della nostra regione, quando essa è chiamata (troppe volte a dire il vero) in qualche modo a stringere i denti e a gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Questa espressione però ha una data esatta, il 1883, e un autore preciso, Primo Levi, giornalista omonimo del più famoso scrittore, ed è il frutto di un viaggio fatto nella nostra regione.
Un viaggio, quello raccontato in questo libro, figlio di un’urgenza. Con l’Unità d’Italia e l’arrivo del progresso, infatti, un mondo intero stava per scomparire. Levi viene per fotografare quel mondo, in qualche modo per fissarlo prima che venga sommerso per sempre. “Fra qualche anno, tutto già sarà mutato di quel che oggi è: oggi ancora, molto rimane intatto di quel che era”.
L’occhio di Levi è anticipatore di quello che sarà. Il cambiamento ormai è inarrestabile, e Levi ne percepisce il primo abbrivio. Merito assoluto però di questo reportage è quello di mettere al centro della riflessione sull’Abruzzo anche la zona costiera, spesso tralasciata dai viaggiatori precedenti. Primo Levi infatti è uno dei primi a intuire le future traiettorie del progresso e dello sviluppo, che avrebbero cambiato in pochissimi anni il volto della nostra regione, favorendo un massiccio inurbamento e un incremento demografico importante verso il mare, a discapito dell’entroterra.
“Abruzzo forte e gentile” dunque. La riedizione di questo testo vuole restituire all’Abruzzo e agli abruzzesi l’origine di questa fortunata espressione. Raramente infatti un reportage è stato capace di cogliere così a fondo l’anima di una terra, tanto da coniare un’espressione così apprezzata dai suoi stessi destinatari, che ormai ci si identificano.
Niccolò Amelii è dottore di ricerca in Lingue, Letterature e Culture in Contatto presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. È stato visiting scholar presso il CRIX-Études Romanes dell’Università di Paris Nanterre. Il suo principale ambito di ricerca concerne le rappresentazioni romanzesche della città nella letteratura italiana del Novecento. Si occupa inoltre di modernismo e neomodernismo, di narrazioni del lavoro, di non fiction e narrativa ipercontemporanea, di cultura visuale. È membro del comitato redazionale della rivista «Diacritica» e collabora con «La Balena Bianca». Ha pubblicato saggi e articoli su Pavese, Vittorini, Silone, Ginzburg, Tondelli, Calvino, Ramondino, Joyce, Dos Passos.