€ 13.50
Autore: Luigi Braccili
Prefazione: Umberto Braccili
Collana: “Comete. Scie d’Abruzzo” – Serie Fucsia
Direttore della collana: Peppe Millanta
Ufficio stampa: Alessandra Renzetti
Illustrazioni: Luca Di Francescantonio
Pagine: 208
Formato: 12×18 cm – Brossura
ISBN: 979-12-5488-119-4
“Parla come mangi” recita un antico detto popolare.
Il significato è chiaro: si deve parlare in modo semplice, come semplice è il nostro modo di mangiare tradizionale, fatto di cibi e pietanze naturali, provenienti dalla cucina casalinga.
Un modo di dire che è un piccolo inno alla semplicità.
Proprio come questo libro, che racchiude nelle sue pagine le ricette del nostro Abruzzo più umile e antico.
Ricette che hanno attraversato i secoli, passando di tavola in tavola, generazione dopo generazione, capaci di celebrare feste e ricorrenze, o semplicemente di riunire una famiglia, in una sorta di passaparola che ha permesso di mantenere aperto un dialogo costante con i nostri antenati.
Poche cose infatti sono capaci di raccontare l’appartenenza come la cucina. Si tratta non a caso del primo sapere (insieme alla lingua) che si porta con sé un emigrante, come se la casa d’origine sia innanzitutto la somma dei sapori e degli odori che l’hanno attraversata.
Un libro capace quindi di riportarci a casa, ovunque essa sia.
Luigi Braccili (1929-2014). Laureato ad Urbino in Pedagogia, giornalista già nei primi anni Cinquanta, scrisse prima con “Il Messaggero” e poi con “Il Tempo”. Docente alle Magistrali di Roseto, poi dirigente dei Centri servizi culturali della Regione a Giulianova, dove fece partire, tra i primi in Abruzzo, una emeroteca. Parallelamente iniziò la sua produzione in svariati campi. D’estate collaborava con la Rai Abruzzo. Tanti i programmi radiofonici, come tema l’Abruzzo. Poi i libri, vasta la produzione. Dalla ricerca intorno ad un artigianato che stava scomparendo, ad un libro sulla Resistenza, “Abruzzo Kaputt”; dalla storia dei santi e beati d’Abruzzo per il Giubileo, ad un diario per studenti che presentava in ogni pagina una pillola di storia regionale. Arrivò anche a far stampare “Teramo a fumetti”, esperienza che, grazie all’editore Luciano Di Giulio, fu ripetuta a Roseto.
Fu creatore, insieme ad Annamaria Rapagnà, del Museo della cultura popolare a Montepagano, struttura fruibile ancor oggi.
È stato insignito del Premio Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.