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A cura di: Dante Marianacci
Genere: Saggio
Formato: 12×165 cm
Pagine: 56 – Brossura
Edizione: ottobre 2023
ISBN: 979-12-5488-044-9
INTRODUZIONE
Mi è capitato, nel corso della mia pluridecennale attività di promotore della cultura e della letteratura italiana in Italia e, soprattutto, all’estero, come direttore di diversi Istituti italiani di cultura, alle dipendenze del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di occuparmi numerose volte dell’opera manzoniana, ospitando conferenzieri, attori, cineasti che del grande scrittore italiano si sono occupati. Ricordo con particolare emozione un coinvolgente spettacolo sui Promessi sposi di Massimiliano Finazzer Flory al Teatro dell’Opera del Cairo, le celebrazioni verdiane del 2001 a Edimburgo e i rapporti del grande compositore con Manzoni, anche con la riproposta, in traduzione inglese, di uno scritto di Giancarlo Vigorelli sulla rivista Italia & Italy, un recital a Budapest con Paola Pitagora, indimenticata interprete di Lucia nello sceneggiato di Sandro Bolchi, le intense lezioni manzoniane di Dante Isella a Praga, le ricche conferenze di Mario Sansone in varie sedi. In questo anno in cui cade il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni, ma anche il quarantesimo della pubblicazione del romanzo Il Natale del 1833 di Mario Pomilio, che a Manzoni si ispira, mi è sembrato interessante riproporre i testi di tre conversazioni che ebbi, intorno alla metà degli anni Ottanta (in coincidenza con il bicentenario della nascita), con Mario Sansone, Mario Pomilio e Dante Isella, che rappresentano altrettanti punti di vista dell’opera manzoniana e che offrono interessanti spunti di riflessione sull’autore dei Promessi sposi, sicuramente validi ancora oggi.
d.m.
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien quasi a un tratto a restringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda ricomincia per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni…
Da I promessi sposi di Alessandro Manzoni
La parola sventura non è certo inusitata nel linguaggio del Manzoni: la si trova già nel Carmagnola, negl’Inni sacri, nell’Adelchi. Eppure colpisce come se glie l’udissimo usare per la prima volta a incontrarla in una lettera del 19 febbraio 1834, la sola dov’egli parli della scomparsa della prima moglie, Enrichetta Blondel, mortagli giusto il giorno di Natale del 1833, e l’unica forse di tutto il suo epistolario in cui egli acconsenta a lasciarci intravedere qualcosa dei propri intimi affetti, e sia pure per un breve istante e come da dietro un’inferriata: “Mi pareva che dal sentimento dell’amore fosse agevole immaginare il sentimento della perdita; ma veggo ora che la sventura è una rivelazione tanto più nuova quanto più grave e terribile”.
Da Il Natale del 1833 di Mario Pomilio
Dante Marianacci (Arnaldo Dante Marianacci all’anagrafe) è nato ad Ari, in provincia di Chieti, e da diversi anni è tornato a vivere a Pescara e nel suo paese natale dopo aver trascorso trent’anni in giro per il mondo come funzionario e dirigente dell’Area della promozione culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Poeta, narratore, saggista e giornalista, ha pubblicato tre romanzi (I cloni di Mr Bond, 2004; I fiori del Tibisco, 2006, Caffè Hungaria, 2013, 2014) e, a partire dal 1970, 13 raccolte di poesie, oltre a una ricca serie di antologie internazionali (di poesia, narrativa e teatro), e a numerosi volumi di saggistica, l’ultimo dei quali si intitola In viaggio con Dante e con la Commedia. Come direttore degli Istituti Italiani di Cultura all’estero ha organizzato più di tremila eventi culturali. Ha collaborato ai programmi culturali della Rai e a diversi giornali e riviste, italiane e straniere, e ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Ha inoltre fondato e diretto, all’estero, due riviste di cultura, La Nuova rivista italiana di Praga (1996-1998) e Italia & Italy (1999-2013). Le sue opere sono tradotte in 15 lingue. Per il cinquantenario della sua attività creativa e professionale gli è stato dedicato il volume bibliografico Dante Marianacci, una vita per la cultura tra creatività e impegno professionale, curato da Angelo Piero Cappello, Franco Di Tizio e Simone Gambacorta, con prefazione di Gianni Letta (Ianieri Edizioni, 2020, pp. 930). È stato vicepresidente dei premi internazionali Flaiano di letteratura, cinema,
teatro, radio e televisione e presidente del Centro Nazionale di Studi Dannunziani. Attualmente è presidente della Fondazione Aria, della Casa della poesia in Abruzzo – Gabriele d’Annunzio e del Club Internazionale Amici di Salvatore Quasimodo.