Per le strade di Labella, una città meravigliosa quanto corrotta, si aggira Leonida, un killer prezzolato che ha perso tutto ciò che ama. Ha una gatta di nome Morgana e un soprannome affibbiato: Santa Muerte. Ha appena accettato da una multinazionale un incarico molto particolare. Le sue vittime sono consapevoli, vogliono essere ammazzate e firmeranno anche un contratto per la loro esecuzione che ha delle garanzie precise per il “dopo”.
Leonida ascolterà le storie di un gruppo di disillusi dalla vita, da Alessandro, medico che non ha salvato il suo migliore amico, fino a Riccardo, il cui padre si è ucciso e che si rifugia nella musica e a Giulia, giovane donna con troppi fantasmi e violenze. Sullo sfondo un concerto epocale e un omicidio. Da quel momento le vite dei protagonisti cambieranno per sempre. Come nessuno, nemmeno Santa Muerte, aveva previsto.
Per la prima volta il killer si sentì onorato. Per la prima volta il suo soprannome, che sembrava sempre una bestemmia, era invece esattamente aderente, come il costume di Spiderman su Peter Parker. Santa Muerte, l’angelo pietoso della morte. Che portava la pace.
Ettore Zanca, nato a Palermo nel 1971, scrive per “Io gioco Pulito”, il blog di sport del Fatto Quotidiano e altre testate online. Ha scritto vari racconti tra cui: Oltre la linea bianca, meglio essere Peter Parker (vincitore del premio Società Italiana Psicologia e Criminologia) e nel 2012 il libro Vent’anni, con Daniela Gambino, premio speciale legalità La Torre dell’Orologio.
Il suo ultimo romanzo E vissero tutti feriti e contenti (2017) è stato un successo editoriale.