Ester e Alice, due sorelle gemelle legate nell’anima da una dipendenza reciproca e feroce, crescono in un paesino nebbioso e anonimo vicino Bologna. Ester, con i capelli tinti di nero, dark nell’animo, inscena provocatoriamente finti suicidi come il protagonista del suo film preferito “Harold e Maude”, e si lascia fecondare dal male e dall’amore. Alice, bionda, intransigente ma a tratti dotata d’ironia provocatoria, sembra invece accordata sulla nota stonata di una purezza ombrosa e risentita. Sullo sfondo di una provincia emiliana monotonamente piatta finiscono negli stessi buchi neri, inghiottite dall’insoddisfazione e dalla rabbia. Alice reagisce con durezza e presa di coscienza, Ester soccombe, come talvolta succede alla parte “malata” di un unico “io”, per andare avanti.
“Sono entrata in questa storia subito perché ho sempre desiderato essere due”.
Piera degli Esposti“America? no, Emilia Romagna. Scrittura tesa e durissima per un esordio molto personale”.
Filippo La Porta, «La Repubblica»“Questo romanzo s’apparenta violentemente con la straordinaria “Trilogia della città K” di Agota Kristof”.
Marco Lodoli, Almanacco dei Libri de «La Repubblica»
Cinzia Bomoll, bolognese, è autrice, sceneggiatrice e regista per il cinema e la televisione.
Ha pubblicato tra l’altro Sessantanove (Fazi, 2011) e Cuori a spigoli (Ianieri, 2019).