Il cuore può spezzarsi in modo definitivo o guarire un po’ alla volta. È questa l’alternativa per Lea Calì, giovane editor che ha scelto di vivere a Torino ritenendola il luogo più lontano dalla città d’origine, in Sicilia, e soprattutto dalla propria sofferenza. Una sofferenza scaturita dall’inspiegabile disamore materno che ha quasi sospeso il tempo della protagonista.
A dispetto della distanza, dalla sua terra continua però ad arrivare, forte e vitale, il richiamo di rapporti mai spezzati. Che diverranno pesi molesti quando Lea, in occasione della morte della madre, farà ritorno a casa. Qui l’attendono inquietanti misteri che imprimeranno un corso diverso alla sua esistenza. Come una vecchia chiave che aprirà un cassetto da sempre chiuso riportando alla luce una lettera e un passato sconvolgente. O come il terribile segreto che si cela dietro il colore nero mai dismesso da Grazia, la governante che si è fatta carico di trasformare “una tana in nido”.
Un antico e tenace amore, mai sopito, torna nel frattempo a inondare con la sua musica l’anima di Lea.
Nel suo romanzo d’esordio, l’autrice racconta la complessità delle relazioni umane che alcune volte si arrendono all’oscurità ed altre volte cercano e trovano la luce.
Emma Di Rao è nata a Siracusa dove vive. Già docente di Italiano e Latino nel Liceo Classico “Tommaso Gargallo”, è relatrice nell’ambito di convegni, seminari e conferenze. Fra le sue pubblicazioni: “Santa Lucia e le simbologie luministiche nella Divina Commedia” nel volume Siracusa città di luce di S. Gatto e L. Trigilia, Lettera Ventidue 2022; “Note in margine a oggi di Elena Salibra” nella rivista di critica letteraria “Nuove soglie”; “Né Ulisse né Tiresia” nel volume Sulla punta là in alto dei Climiti, Quaderno della Fondazione Il Fiore 2016. È inoltre autrice di approfondimenti culturali e di recensioni sul quotidiano “La Sicilia” e su Letteratitudine.