€ 28.00
Autore: Franco Di Tizio
Genere: Carteggio
Formato: 17×24 cm, brossura
Edizione: 2009
Pagine: 384, con 143 illustrazioni in bicromia
ISBN:
Antonino Liberi nacque a Spoltore sabato 17 febbraio 1855 da Pasquale e da Fiorangela Conti, entrambi panettieri. Ebbe due fratelli: Berardino ed Antonio. Antonino, dopo essersi diplomato al liceo classico “Gian Battista Vico” di Chieti, conseguì nel 1881 la laurea in Ingegneria a Napoli. Nel 1883 fu nominato ingegnere comunale di Pescara, su proposta di Francesco Paolo d’Annunzio, padre di Gabriele, all’epoca sindaco della cittadina, il quale lo volle accanto a sé proprio nel momento in cui si apprestava a definire il progetto del palazzo scolastico e del nuovo cimitero. Il 9 gennaio 1884, a seguito dell’approvazione dell’ultimo piano urbanistico da parte del Consiglio comunale, gli fu affidata l’opera di ampliamento della cittadina adriatica, che all’epoca contava oltre seimila abitanti. Con il nuovo incarico, Antonino fu progettista di numerose opere, legate al rinnovamento edilizio pescarese. Nel 1892 sposò Ernestina d’Annunzio, sorella di Gabriele. Nell’edilizia privata Antonino progettò numerosi importanti villini, specialmente a Roma, dove ripropose i caratteri tipici dello stile Liberty. Nel 1924 realizzò per Vincenzo Clerico un eccentrico villino nella Pineta d’Avalos di Pescara, secondo un gusto intriso di Eclettismo ottocentesco. Quello stesso anno iniziò a collaborare con l’architetto Nicola Simeone, dando vita allo “Studio di Ingegneria ed Architettura Liberi & Simeone”, sito a Castellammare Adriatico in Via Cavour, rimasto operante sino al 1931, anno in cui il sodalizio si sciolse.
Fu l’ingegnere più importante d’Abruzzo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento,
Tra d’Annunzio e Liberi intercorse un corposo carteggio, che ebbe inizio sin dall’adolescenza e si intensificò nel 1892, allorquando divennero cognati. Il Poeta fu molto legato ad Antonino, perché vide in lui il punto di riferimento della famiglia d’origine. Fu Antonino, infatti, a comunicare epistolarmente con il Poeta, per conto ed a nome della madre, negli anni della Capponcina, del periodo francese e durante la grande guerra. Nel 1926 d’Annunzio gli affidò il restauro della sua casa natale a Pescara. Il carteggio tra il Poeta e il cognato, in effetti, comprendeva, a nostro avviso, oltre duemila missive, ma di esse oggi ne sono note soltanto alcune centinaia, le quali sono pubblicate in questo libro.