€ 16.00
Autore: Costanzo Gatta
Genere: Saggistica
Formato: 14×21 cm
Edizione: dicembre 2019
Pagine: 220
Collana: Saggi e carteggi dannunziani
ISBN: 978-88-94890-99-0
D’Annunzio, com’è ben noto, è stato un personaggio eclettico. Non è da stupirsi, quindi, che è stato anche umorista nella vita e nelle opere.
Non è da considerarsi, pertanto, soltanto un grande poeta e narratore, ma anche un maestro prosatore in grado di farci sorridere con motti spiritosi, parodie, parole storpiate, accostamenti strani e invenzioni linguistiche. Nella sua vita, infatti, ha scritto, oltre che in perfetto italiano, latino, greco e francese, anche in dialetto veneziano, milanese, abruzzese, romano e napoletano, non disdegnando frasi scherzose e umoristiche. È proprio il caso di dire che è stato un personaggio vulcanico e poliedrico.
Il poeta di Alcione, il drammaturgo della Figlia di Iorio, il cesellatore del Notturno, l’eroe di Buccari, l’aviatore spericolato nel cielo della patria, è stato, quindi, anche “l’operaio della parola” che si è abbandonato in giochetti verbali e si è burlato alla stregua di un monello. Ed è proprio di tutti questi peculiari aspetti che Costanzo Gatta si è occupato in questo libro, nel quale, tra l’altro, ha reso evidente che l’umorismo dannunziano è caratterizzato da una comicità leggera ma sempre ironica e satirica.
Franco Di Tizio
AUTORE
Costanzo Gatta è figlio di Alfredo, che fu giornalista, critico musicale e teatrale del «Giornale di Brescia». Egli ha seguito le orme paterne e, ancora oggi, dedica in maniera assidua le sue energie al giornalismo. Nel 1972, inviato a Monaco dal quotidiano «La Notte» per seguire le Olimpiadi, fu uno dei primi due giornalisti italiani ad annunciare il blitz dei fedayn contro gli atleti israeliani. Per molti anni, infatti, Gatta è stato cronista del famoso quotidiano milanese «La Notte», diretto dal 1952 al 1979 da Nino Nutrizio. Costanzo, però, non è soltanto giornalista, ma anche scrittore; ha iniziato a occuparsi della storia di Brescia nel 2001, attingendo ad aneddoti locali. Proprio in questi giorni ha visto la luce il suo libro Gente strana, edito da GAM. Oltre all’attività di giornalista e di scrittore dobbiamo aggiungere che è anche un affermato regista; è autore, infatti, di numerosi testi teatrali. Ha composto musiche di scena per spettacoli della Loggetta, per la Biennale di Venezia e per lo Stabile di Sardegna; ha scritto soggetti televisivi ed azioni sceniche per la danza. Nel mese di novembre 2015 ha allestito lo spettacolo Oh, che bella guerra!, di cui ha scritto il testo e curato la regia, conseguendo un mirabile successo di pubblico e di critica. Nel 2018, già firma apprezzata per ulteriori libri consacrati al lessico bresciano, come, a esempio Chi che l’ha dit, edito dalla Compagnia della Stampa, ha dato alle stampe Fomne ovvero “Donne”, nella traduzione dal dialetto bresciano, che riguarda la visione della donna tuttora perdurante, retaggio culturale risalente a immemori generazioni. Sempre nel 2018, nella ricorrenza del centenario della nascita di Antonio Bazzini, ha scritto per il Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia il testo teatrale Bazzini, l’antiverdi?, uno spettacolo che è stato magistralmente rappresentato dal Centro Teatrale Bresciano.
Oltre a tanti scritti e interessi Gatta è anche uno dei più attenti biografi dannunziani e lo ha dimostrato non soltanto nei volumi I piaceri di Gabriele d’Annunzio, D’Annunzio pittore e Gabriele d’Annunzio uscocco, ma principalmente negli innumerevoli elzeviri che ultimamente ha pubblicato sul «Corriere della Sera – Edizione di Brescia».