€ 16.00
Curatore: Claudio Caniglia
Le traduzioni dei testi giapponesi a cura di Claudio Caniglia
Genere: Saggio
Formato: 15×21 cm
Edizione: Ottobre 2023
Pagine: 192
ISBN: 979-12-5488-077-7
UN INCONTRO CON ALESSANDRO VALIGNANO
La figura del gesuita chietino Alessandro Valignano (1539-1606) non è certamente ignota nella storiografia relativa alla Compagnia di Gesù e all’eccezionale slancio missionario che l’ordine ebbe tra XVI e XVII secolo. Questa straordinaria diffusione nei vari continenti ha costituito anche un tramite per lo sviluppo di un contatto culturale e di una circolazione delle conoscenze tra l’Europa cattolica e il resto del mondo in quella fase storica, ormai definita come prima globalizzazione. Nella sua qualità di Visitatore nominato dal Generale della Compagnia, Valignano trascorse 27 anni tra India, Giappone, Malacca, e la città di Macao esercitando un’azione di organizzazione e direzione delle missioni. Il suo metodo, inaugurato in Giappone, di avvicinarsi alle antiche e profondamente radicate culture asiatiche si basava su un adattamento alle tradizioni e ai costumi locali allo scopo di farsi accettare in tali società e poter così, con maggiore autorità, diffondere il cristianesimo. Questa strategia si affermò non senza contrasti nella Compagnia di Gesù in un’epoca in cui il primato della cristianità occidentale era sostenuto dall’espansione europea nel mondo, che tuttavia si arrestava di fronte ai grandi imperi dell’Estremo Oriente come lo stesso Giappone o la Cina. In seguito, tale approccio è stato seguito da altri protagonisti dell’azione missionaria della Chiesa cattolica ed ha certamente ricevuto un grande risalto, non soltanto nella produzione storiografica. Ha anche stimolato una riflessione critica sul valore di tale metodo nell’ambito culturale più ampio del rapporto tra il mondo occidentale e gli altri paesi e popoli al tramonto di un’epoca segnata da legami di dipendenza coloniale, sia per quanto riguarda l’azione della Chiesa, sia soprattutto per le relazioni, gli scambi, i confronti tra le varie culture e tradizioni che l’attuale globalizzazione ha moltiplicato. Questa generalizzazione e diffusione dell’approccio all’alterità elaborato da Valignano, fondato su una reciproca conoscenza tra le varie culture e tradizioni e sul necessario adattamento degli europei alla diversità, ha prodotto un certo distacco dal suo primo ideatore, della cui figura e personalità si sono sfumati i contorni storici e gli inevitabili rapporti con la mentalità del suo tempo.
Questo parziale oblio ha una causa e una conseguenza.
La causa può essere individuata nel suo ruolo di precursore che applicò il suo metodo soprattutto in Giappone, dove il cristianesimo aveva avuto un grande sviluppo raggiungendo il numero di trecentomila fedeli, ma che, negli anni successivi alla sua morte, subì violentissime persecuzioni con l’espulsione degli europei, anche se la chiusura al mondo, durata circa 250 anni, non impedì il fenomeno della permanenza clandestina del culto cristiano. A questa rapida e drammatica conclusione dell’esperienza missionaria si contrappose il successo dell’entrata dei gesuiti in Cina, dove il metodo gesuita dell’adattamento si incarnò soprattutto nella figura di Matteo Ricci. Questi, pur avendo vissuto pochi anni più di Valignano, ne aveva recepito gli insegnamenti raggiungendo la corte imperiale a Pechino. Egli dette così inizio a una duratura presenza dei gesuiti e, soprattutto, poté scrivere trattati in cinese sulla cultura e sulla religione di quell’Impero che lo hanno reso un personaggio molto più conosciuto del suo maestro chietino, anche per le lunghe polemiche che l’applicazione del metodo di Valignano aveva scatenato in Europa tra XVII e XVIII secolo note come la “questione dei riti cinesi”, cioè dell’adattamento delle liturgie del cristianesimo alle tradizioni locali. A questa fama di Matteo Ricci ha certo contribuito anche l’interesse verso un mondo quale quello cinese che avrà una continuità secolare di contatti culturali, ma anche economici, con l’Europa, senza quella frattura lunghissima che caratterizzò la “chiusura” del Giappone al mondo esterno.
Una conseguenza della scarsa conoscenza di Valignano è la ancora insufficiente contestualizzazione storica della sua figura: del Visitatore è stato preservato un ritratto un po’ astratto e anacronistico di mediatore culturale ante litteram esagerandone il carattere “relativista”. Gli studi recenti hanno approfondito alcuni aspetti della sua mentalità e della sua formazione umanistica, che stanno alla base dell’apertura culturale sulla quale si fonda la sua strategia dell’adattamento, ma che sono anche imbevuti dello spirito del suo tempo. Fra questi sono da segnalare, ad esempio, le considerazioni che emergono sulle varie popolazioni da lui incontrate nei suoi viaggi dall’Africa all’Asia orientale, che egli non considera tutte egualmente adatte a un approccio come quello adottato in Giappone. Occorre aggiungere che la modesta conoscenza di Valignano trova una ragione nel difficile accesso alle sue opere, salvo le due più famose, il Cerimoniale, dove sono enunciati i principi del metodo dell’adattamento, e il De Missione, dialogo sulla spedizione di giovani convertiti giapponesi in Europa organizzata dal gesuita per far conoscere in Giappone il mondo europeo. Uomo soprattutto d’azione, Valignano ha tuttavia scritto anche altre opere, in particolare proprio sul Giappone e la sua storia – di cui si parla in questo libro – che, specialmente in Italia, non sono state ancora adeguatamente studiate. Anche la sua corrispondenza, consistente in centinaia di lettere, è stata solo parzialmente edita.
Al di fuori dell’ambito di studiosi specialisti della storia missionaria, della storia globale e della circolazione dei saperi, la ricaduta di quanto detto sopra è la modesta diffusione, soprattutto in Italia, della conoscenza di Valignano che Marisa Di Russo, studiosa e profonda conoscitrice del Giappone e della storia dei suoi rapporti con l’Europa, ha più volte segnalato e che l’ha portata a proporre il progetto di questo libro. Il merito indiscusso della professoressa Di Russo, che ha vissuto, lavorato e insegnato a lungo in Giappone, è stato inoltre di aver contribuito a stimolare la conoscenza e l’approfondimento della figura del gesuita chietino attraverso la pubblicazione delle sue opere. Fondamentale, a questo proposito, è stata la traduzione italiana del De Missione (Dialogo sulla missione degli ambasciatori giapponesi alla Curia romana e sulle cose osservate in Europa e durante tutto il viaggio), pubblicato in latino nel 1590 a Macao, che, con il suo ricchissimo commento, con uno straordinario ed esaustivo apparato di note e di immagini, ha stimolato nuove ricerche non solo relative ad Alessandro Valignano e agli aspetti religiosi e missionari, ma al contesto storico, culturale, artistico italiano ed europeo tardo cinquecentesco in cui si svolse la missione dei quattro ‘ambasciatori’ giapponesi. L’edizione italiana di quest’opera, pubblicata nel 2016, ha contribuito a far conoscere la figura di Valignano fuori dell’ambito strettamente accademico in quanto, permettendo una visione speculare fra Europa e Giappone, rappresenta l’idea di scambio culturale, pur con le sue asimmetrie e strumentalizzazioni in favore del cristianesimo. Basti pensare allo spazio che viene dedicato all’influsso occidentale nella pittura giapponese testimoniato dalle molte immagini che la professoressa Di Russo ha voluto che fossero inserite anche nel presente volume.
Alla competenza di grande rilievo scientifico, riconosciuta a livello internazionale, ha corrisposto lo sforzo di Marisa Di Russo di far conoscere la figura di Valignano, ma anche la lingua e la cultura giapponese, nel contesto abruzzese. Da un lato ha organizzato a Chieti un importante convegno internazionale nel 2006 e altri incontri con studiosi italiani e stranieri, dall’altro lato ha favorito una collaborazione con gli storici modernisti dell’Università D’Annunzio per organizzare a livello locale seminari e conferenze destinate a un pubblico non specialistico. Proprio per suscitare e accrescere la conoscenza di Valignano in generale e soprattutto negli studenti universitari e delle scuole superiori, abbiamo partecipato con entusiasmo a questo progetto pensato da Marisa Di Russo e curato da Claudio Caniglia come un prodotto della collaborazione tra studiosi giapponesi e italiani con l’auspicio che questo libro, dedicato alla memoria di Marisa, possa realizzare la sua aspirazione.
Irene Fosi
Università G. d’Annunzio, Chieti-Pescara
Giovanni Pizzorusso
Università G. d’Annunzio, Chieti-Pescara
CAPITOLO 1 – VALIGNANO IN ITALIA
1.1. “Napolitano di Chieti”: la famiglia
1.2. I luoghi dei Valignani a Chieti e nel suo territorio
1.3. I primi anni: gli studi, la vicenda giudiziaria, l’entrata nella Compagnia di Gesù
1.4. Gli anni romani: il noviziato, i primi incarichi, la nomina a Visitatore delle Indie
CAPITOLO 2 – IL VIAGGIO VERSO LE INDIE
2.1. Dall’Italia a Lisbona
2.2. In rotta verso le Indie
2.3. L’epoca dell’espansione portoghese e il ruolo dei gesuiti
2.4. Valignano e l’Africa: schiavitù e categorie razziali
2.5. Valignano e l’India
CAPITOLO 3 – GLI INIZI DELLA PRESENZA GESUITA IN GIAPPONE E IL PRIMO SOGGIORNO DI VALIGNANO
3.1. Francesco Saverio e i primi tempi della Missione in Giappone
3.2. Il Giappone dell’epoca e i daimyō cristiani
3.3. L’approdo di Valignano nel porto di Kuchinotsu
3.4. L’incontro con i daimyō cristiani del Kinai e con Oda Nobunaga
3.5. L’attività del seminario per la formazione dei sacerdoti giapponesi
3.6. Insieme a Valignano. Personaggi chiave della missione in Giappone
3.7. I sacerdoti formatisi nel seminario di Arima
3.8. La strategia culturale dell’adattamento e gli scritti di Valignano
3.9. Valignano e Acquaviva
CAPITOLO 4 – L’INCONTRO TRA L’EUROPA E IL GIAPPONE: LA MISSIONE TENSHŌ (20 FEBBRAIO 1582 – 21 LUGLIO 1590)
4.1. L’idea, le finalità e l’organizzazione della missione
4.2. La scelta dei membri della delegazione
4.3. Il viaggio: Portogallo e Spagna
4.4. La Roma dei Papi: Gregorio XIII e Sisto V
4.5. La visita della delegazione in Italia
CAPITOLO 5 – GLI ALTRI SOGGIORNI DI VALIGNANO IN GIAPPONE
Parte prima: Il secondo soggiorno in Giappone (21 luglio 1590 – 9 ottobre 1592)
5.1. Valignano torna in Giappone con i quattro giovani delegati
5.2. L’udienza presso Hideyoshi e la processione con i cavalieri portoghesi
5.3. Il decreto di espulsione dei missionari emanato da Hideyoshi e i martiri di Nagasaki
I martiri giapponesi e la politica di Valignano (Renzo De Luca)
Parte seconda: Il terzo e ultimo soggiorno (5 Agosto 1598 – 15 gennaio 1603)
5.4. I cambiamenti della situazione interna del Giappone: la morte di Hideyoshi e l’ascesa del clan Tokugawa
5.5. La rivolta di Shimabara-Amakusa e l’espulsione dei cristiani
5.6. Valignano e la Cina
CAPITOLO 6 – L’INTRODUZIONE DELLA CULTURA EUROPEA IN GIAPPONE
6.1. Arte, musica e teatro europeo
Le immagini sacre cristiane e la scuola di pittura di Giovanni Cola (Kojima Yoshie)
La cerimonia del tè vista da Valignano (Igawa Kenji)
CAPITOLO 7 – L’INFLUENZA DELLA STRATEGIA MISSIONARIA E DELLE IDEE DI VALIGNANO
7.1. Valignano e la conoscenza della lingua e della cultura giapponese in Europa
7.2. Valignano nella cultura di massa
CAPITOLO 8 – MINAMISHIMABARA E CHIETI UN LEGAME CHE VIENE DAL PASSATO: LA RISCOPERTA DI VALIGNANO E L’AMICIZIA TRA LE DUE CITTÀ
8.1. La rievocazione delle lezioni del seminario
8.2. Le tracce legate alla storia di Valignano nel territorio di Minamishimabara
8.3. La riscoperta della figura di Alessandro Valignano a Chieti e le relazioni con il comune di Minamishimabara
CONCLUSIONE – LA LEZIONE DI VALIGNANO
Glossario
Bibliografia
PROFILO DEGLI AUTORI
CLAUDIO CANIGLIA
Claudio Caniglia, membro dell’Associazione Italiana Studi Giapponesi e Associate Researcher al Centre for the Study of Japanese Religions della School of Oriental and African Studies di Londra, si occupa da vari anni di Religioni del Giappone, in particolare in riferimento alla corrente religiosa dello Shugendō. Collaboratore di Marisa Di Russo dal 2013, ha approfondito sotto la sua direzione gli studi su Valignano e la presenza cristiana in Giappone integrandoli con la sua precedente ricerca relativa alle testimonianze gesuitiche sulla religione giapponese del periodo Muromachi e Azuchi-Momoyama. È presidente dell’Associazione Giappone-Abruzzo.
MARISA DI RUSSO
Laureatasi in giapponese all’Università Orientale di Napoli nel 1967 con una tesi sul Cristianesimo in Giappone, è borsista del governo giapponese al 1970 al 1972 e docente di Italiano e Letteratura all’University of Foreign Studies di Tokyo dal 1972 al 2000 e all’Università Statale di Tokyo dal 1981 al 1993. Oltre che di Valignano e del missionariato gesuita in Giappone si è occupata di didattica della lingua italiana per i discenti giapponesi e della storia delle relazioni tra l’Italia e il Giappone. Ha curato insieme ad Adolfo Tamburello e M. Antoni J. Üçerler il volume Alessandro Valignano S.I. Uomo del Rinascimento: ponte tra Oriente e Occidente, Roma, 2008 e la pubblicazione del De Missione di Valignano (traduzione di Pia Assunta Airoldi), Firenze 2016.
IRENE FOSI
Irene Fosi è stata professore ordinario di Storia Moderna nel Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università “G. D’Annunzio”, Chieti-Pescara; Fellow della Alexander von Humboldt-Stiftung presso università tedesche. Si è occupata di giustizia e società in Italia in età moderna, della presenza di stranieri e delle comunità nazionali nella società romana. È autrice di monografie fra cui: La società violenta. Il banditismo nello Stato Pontificio nella seconda metà del Cinquecento, Roma 1985; All’ombra dei Barberini. Fedeltà e servizio nella Roma barocca, Roma 1997; La giustizia del papa. Sudditi e tribunali nello Stato Pontificio in età moderna, Roma-Bari 2007; Convertire lo straniero. Stranieri e Inquisizione a Roma in età moderna, Roma 2011.
KŌSO TOSHIAKI
Professore emerito della Sophia University di Tokyo, è stato rettore della Tokyo University of the Sacred Heart. Tra i più eminenti studiosi del cristianesimo in Giappone si è occupato in particolar modo della prima stampa cristiana curando l’edizione giapponese del Manuale ad sacramenta ecclesiae ministranda e del Sanctos no gosagveo no vchi nvqigaqi.
GIOVANNI PIZZORUSSO
Giovanni Pizzorusso è professore associato di Storia Moderna e Storia delle Americhe in età moderna presso il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze sociali dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Ha partecipato a progetti di ricerca nazionali e internazionali collaborando con università e istituti di ricerca canadesi, francesi e tedeschi. La sua pubblicazione più recente è Propaganda Fide Vol. I. La Congregazione pontificia e la giurisdizione sulle missioni, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2022.
SATŌ MITSUNORI
Presidente dall’ottobre del 2019 dell’associazione No Profit Arima Nanban, è membro della Commissione per la protezione del patrimonio storico culturale di Minamishimabara e direttore dell’Istituto per il Turismo “Himawari”.
SUENAGA TŌRU
Membro dell’associazione No-profit Arima Nanban e membro dell’Associazione di Ricerca sulla Cultura di Arima, è Direttore del Comitato Organizzativo per il Festival Invernale di Minamishimabara dal 1997 ed è stato segretario dell’Associazione di ricerca sulla Storia di Arima dal 1992 al 2019.